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10/03/2022

LAWRENCE WRIGHT
L'elefantessa in aula: la battaglia legale per liberare Happy, prigioniera dello zoo del Bronx

Lawrence Wright, The New Yorker, 28/2/2022
Tradotto da
Fausto Giudice  e Silvana Fioresi, Tlaxcala

Lawrence Wright (Oklahoma City, 1947) è un giornalista usamericano. Membro della New York University School of Law, lavora per la rivista The New Yorker dal 1992. Ha vinto il premio Pulitzer per la narrativa nel 2007 per il suo libro The Looming Tower: Al Qaeda and the Road to 9/11 sugli attacchi dell'11 settembre 2001 e le loro conseguenze. Il suo libro più recente è «The Plague Year: America in the Time of COVID». Bibliografia

Una curiosa crociata legale per ridefinire il concetto di persona giuridica solleva profonde domande sull'interdipendenza tra regno animale e umano.


Gli animalisti vogliono che lo zoo del Bronx rilasci Happy, un’elefantessa abbastanza intelligente da riconoscere la propria immagine in uno specchio. Illustrazione di Gérard DuBois, The New Yorker

Secondo il codice civile dello Stato di New York, un’ordinanza di habeas corpus può essere ottenuta da qualsiasi "persona giuridica" che sia stata detenuta illegalmente. Nella contea del Bronx, la maggior parte di queste petizioni arriva per conto dei prigionieri di Rikers Island. Le petizioni di habeas corpus non sono spesso prese in considerazione dai tribunali, questa è solo una delle ragioni per cui il caso posto alla giudice della Corte Suprema di New York Alison Y. Tuitt - Nonhuman Rights Project v. James Breheny, et al [Progetto dei diritti di animali non umani contro James Breheny e altri] - è considerato straordinario. Il soggetto del caso era Happy, un’elefantessa asiatica dello zoo del Bronx. La legge usamericana considera tutti gli animali come "cose" - la stessa categoria dei sassi o dei pattini a rotelle. Tuttavia, se il giudice accettasse la richiesta di habeas corpus per trasferire Happy dallo zoo a un rifugio, davanti alla legge, sarebbe una persona. Avrebbe dei diritti.

L'umanità sembra andare verso un nuovo e radicale accordo con il regno animale. Nel 2013, il governo indiano ha vietato la cattura e la reclusione di delfini e orche, poiché è stato dimostrato che i cetacei sono sensibili e molto intelligenti, e "dovrebbero essere considerati come 'persone non umane'" con "i propri diritti specifici". I governi dell’Ungheria, del Costa Rica e del Cile, tra gli altri, hanno emesso restrizioni simili, e la Finlandia è arrivata al punto di redigere una dichiarazione dei diritti dei cetacei. In Argentina, un giudice ha stabilito che una femmina di orangotango del Parco Ecologico di Buenos Aires, chiamata Sandra, era una "persona non umana" e aveva diritto alla libertà - che in pratica significava essere mandata in un rifugio in Florida. Il presidente della Corte Suprema di Islamabad, in Pakistan, ha affermato che gli animali non umani hanno dei diritti quando ha ordinato il trasferimento di un elefante chiamato Kaavan, insieme ad altri animali dello zoo, in rifugi per animali selvatici; ha anche raccomandato di insegnare il benessere degli animali nelle scuole, come parte degli studi islamici. In ottobre, un tribunale americano ha riconosciuto che un branco di ippopotami, originariamente portato in Colombia dal barone della droga Pablo Escobar, era una "persona interessata" in un processo per impedire il loro sterminio. Il Parlamento britannico sta attualmente considerando un disegno di legge, sostenuto dal primo ministro Boris Johnson, che prenderebbe in considerazione gli effetti dell'azione del governo su qualsiasi animale sensibile.

Anche se la questione immediata posta alla giudice Tuitt riguardava il futuro di un’elefantessa solitaria, il caso ha sollevato la questione più ampia se gli animali rappresentano l'ultima frontiera nell'espansione dei diritti negliUSA - una progressione segnata dalla fine della schiavitù e dall'adozione del suffragio femminile e del matrimonio gay. Queste pietre miliari sono state il risultato di campagne duramente combattute che si sono evolute nel corso di molti anni. Secondo un sondaggio Gallup del 2015, un terzo degli usamericani crede che gli animali dovrebbero avere gli stessi diritti degli esseri umani, contro un quarto nel 2008. Ma tale protezione degli animali avrebbe conseguenze di vasta portata, compreso l'abbandono di un paradigma secolare delle leggi sul benessere degli animali.

Le vere e proprie discussioni sul caso Happy sono iniziate il 23 settembre 2019, in un'aula con pannelli di quercia piena di giornalisti, difensori e avvocati dello zoo. Kenneth Manning, che rappresenta la Wildlife Conservation Society, che gestisce lo zoo del Bronx, ha fatto una breve arringa iniziale. Ha fatto notare che il querelante - il Nonhuman Rights Project, o NhRP - era già conosciuto nel sistema giudiziario di New York con una mezza dozzina di petizioni simili sugli scimpanzé. Erano tutte finite male. Manning ha letto ad alta voce una di queste decisioni, che sosteneva che "le asserite capacità cognitive e linguistiche di uno scimpanzé non si traducono nell'abilità o nella capacità di uno scimpanzé, come gli umani, di assumere obblighi legali o di essere ritenuto legalmente responsabile delle sue azioni", e che l'animale non aveva quindi diritto all'habeas corpus. Il NhRP ha replicato che "probabilmente il dieci per cento della popolazione umana nello Stato di New York ha dei diritti, ma non può assumersi delle responsabilità, o perché sono neonati o bambini o perché sono pazzi o in coma o altro".

04/03/2022

LAWRENCE WRIGHT
L'éléphante dans la salle d'audience : la bataille juridique pour la libération de Happy, prisonnière du zoo du Bronx

Lawrence Wright, The New Yorker, 28/2/2022
Traduit par Fausto Giudice, Tlaxcala

Lawrence Wright
(Oklahoma City, 1947), est un journaliste usaméricain. Membre de la New York University School of Law, il travaille pour le magazine The New Yorker depuis 1992. Il a remporté le prix Pulitzer de l'essai en 2007 pour son livre The Looming Tower: Al Qaeda and the Road to 9/11 à propos des attentats du 11 septembre 2001 et leurs suites. Son livre le plus récent est «The Plague Year: America in the Time of COVID». Bibliographie

 

Une curieuse croisade juridique visant à redéfinir la notion de personne soulève de profondes questions sur l'interdépendance des règnes animal et humain.

Les défenseurs des droits des animaux veulent que le zoo du Bronx relâche Happy, une éléphante suffisamment intelligente pour se reconnaître dans un miroir. Illustration de Gérard DuBois, The New Yorker

Selon le code civil de l'État de New York, une ordonnance d'habeas corpus peut être obtenue par toute "personne" qui a été détenue illégalement. Dans le comté du Bronx, la plupart de ces demandes arrivent au nom des prisonniers de Rikers Island. Les pétitions d'habeas corpus ne sont pas souvent entendues par les tribunaux, ce qui n'est qu'une des raisons pour lesquelles l'affaire portée devant la juge Alison Y. Tuitt de la Cour suprême de New York - Nonhuman Rights Project v. James Breheny, et al [Projet Droits des non-humains contre James Breheny et autres] - était extraordinaire. L'objet de la requête était Happy, une éléphante d'Asie du zoo du Bronx. La loi usaméricaine considère tous les animaux comme des "choses" - la même catégorie que les pierres ou les patins à roulettes. Cependant, si le juge accédait à la demande d'habeas corpus pour transférer Happy du zoo vers un sanctuaire, aux yeux de la loi, elle serait une personne. Elle aurait des droits.

L'humanité semble s'acheminer vers un nouvel accommodement radical avec le règne animal. En 2013, le gouvernement indien a interdit la capture et l'enfermement des dauphins et des orques, car il a été prouvé que les cétacés sont sensibles et très intelligents, et qu'ils « devraient être considérés comme des "personnes non humaines" » ayant « leurs propres droits spécifiques ». Les gouvernements de Hongrie, du Costa Rica et du Chili, entre autres, ont émis des restrictions similaires, et la Finlande est allée jusqu'à rédiger une déclaration des droits des cétacés. En Argentine, un juge a décidé qu'une orang-outan du parc écologique de Buenos Aires, nommé Sandra, était une "personne non humaine" et avait droit à la liberté - ce qui, en pratique, signifiait être envoyée dans un sanctuaire en Floride. Le juge en chef de la Haute Cour d'Islamabad, au Pakistan, a affirmé que les animaux non humains ont des droits lorsqu'il a ordonné la libération d'un éléphant nommé Kaavan, ainsi que d'autres animaux de zoo, dans des sanctuaires ; il a même recommandé l'enseignement du bien-être animal dans les écoles, dans le cadre des études islamiques. En octobre, un tribunal usaméricain a reconnu qu'un troupeau d'hippopotames initialement amené en Colombie par le baron de la drogue Pablo Escobar était une "personne intéressée" dans un procès visant à empêcher leur extermination. Le Parlement du Royaume-Uni examine actuellement un projet de loi, soutenu par le Premier ministre Boris Johnson, qui prendrait en compte les effets de l'action gouvernementale sur tout animal sensible.

Bien que la question immédiate posée à la juge Tuitt concernait l'avenir d'une éléphante isolée, l'affaire a soulevé la question plus large de savoir si les animaux représentent la dernière frontière dans l'expansion des droits en USAmérique - une progression marquée par la fin de l'esclavage et par l'adoption du suffrage des femmes et du mariage homosexuel. Ces jalons ont été le résultat de campagnes âprement disputées qui ont évolué sur de nombreuses années. Selon un sondage Gallup de 2015, un tiers des USAméricains pensent que les animaux devraient avoir les mêmes droits que les humains, contre un quart en 2008. Mais une telle protection des animaux aurait des conséquences considérables, notamment l'abandon d'un paradigme séculaire de lois sur le bien-être animal.

Les plaidoiries dans l'affaire Happy ont véritablement commencé le 23 septembre 2019, dans une salle d'audience en chêne peuplée de journalistes, de défenseurs et d'avocats du zoo. Kenneth Manning, représentant la Wildlife Conservation Society, qui gère le zoo du Bronx , a fait une brève plaidoirie d'ouverture. Il a souligné que le plaignant - le Nonhuman Rights Project, ou NhRP - avait déjà rebondi dans le système judiciaire de New York avec une demi-douzaine de pétitions similaires au nom des chimpanzés. Toutes avaient échoué. M. Manning a lu à haute voix un extrait de l'une de ces décisions, selon laquelle "les capacités cognitives et linguistiques affirmées d'un chimpanzé ne se traduisent pas par la capacité ou l'aptitude d'un chimpanzé, comme les humains, à assumer des obligations légales ou à être tenu légalement responsable de ses actes", et que l'animal ne pouvait donc pas avoir droit à l'habeas corpus. Le NhRP a rétorqué que "probablement dix pour cent de la population humaine de l'État de New York a des droits, mais ne peut pas assumer de responsabilités, soit parce qu'il s'agit de nourrissons ou d'enfants, soit parce qu'ils sont fous ou dans le coma ou autre".

Manning a exhorté la juge Tuitt à suivre les précédents : « La loi reste bien établie qu'un animal à New York n'a tout simplement pas accès à l'habeas-corpus, qui est réservé aux humains. Donc, il n'y a rien dans cette affaire qui traite d'une quelconque plainte pour mauvais traitement ou malnutrition ou quoi que ce soit concernant Happy l’éléphante ». Manning a résumé, « En bref, Votre Honneur, Happy est heureuse là où elle est ».

L'enclos de Happy, dans la section Wild Asia du zoo du Bronx, illustre l'esthétique de la conception des zoos de la fin du XXe siècle : créer l'illusion d'un habitat naturel et dissimuler, autant que possible, la réalité de la captivité. Il y a un chemin de terre battue, que Happy a emprunté seule au cours des seize dernières années, qui entoure un petit étang avec des nénuphars, où elle peut se baigner et se vautrer. Des arbres feuillus entourent un enclos d'un hectare, qui est dominé par un tronc d'arbre artificiel mort, habilement façonné avec des creux et une écorce écaillée. L'enclos doit être nettoyé en permanence, car une éléphante femelle d'Asie peut manger jusqu'à quatre cents livres [= 181 kg] de végétation par jour et en excréter environ soixante pour cent. Un autre éléphant, Patty, vit dans un enclos adjacent. De novembre à mai, lorsque le climat new-yorkais peut être froid, les animaux sont, selon ce qu’on sait, enfermés dans des stalles séparées faisant à peine deux fois la longueur de leur corps.