Originale: English
Tradotto da Elisabetta Valento
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L'uomo ammette di aver lavorato in passato
come missionario, ma dice di essersi “pentito”
La famiglia è stata sostenuta dalla
comunità ultraortodossa dopo la morte per cancro della madre, il padre lavorava
come scriba e mohel [circoncisore]; gli investigatori dicono che hanno finto di
essere ebrei per trasferirsi in Israele
La famiglia Elk del New Jersey divenne la famiglia Elkohen di Gerusalemme. Il "Rabbino Michael" ha raccolto 13.000 € dopo la morte della moglie
Domenica, una comunità ebraica
ultraortodossa del quartiere French Hill di Gerusalemme è rimasta scioccata
dopo aver scoperto che un membro di spicco della comunità era un missionario
cristiano infiltrato.
Beyneynu, un'organizzazione senza scopo di lucro che controlla l'attività
missionaria in Israele, domenica ha dichiarato che stava “indagando sul caso di
un missionario celato a French Hill da molti anni”, ma ha deciso di rivelarlo
ora “a causa del proselitismo da parte di uno dei figli del missionario a
scuola”.
I media ebraici hanno detto che l'uomo,
che non era stato identificato pubblicamente, aveva finto di essere un rabbino
e un kohen (sacerdote) e di aver lavorato come scriba e mohel, praticando
circoncisioni rituali.
Tuttavia, si è scoperto che in realtà la
famiglia non era ebrea ma cristiana del New Jersey negli USA e che, secondo
quanto riferito, aveva falsificato i documenti per dimostrare di essere ebrei
al fine di emigrare in Israele secondo la Legge del Ritorno.
“Siamo fiduciosi che i leader ebrei
agiranno con forza contro questa minaccia e metteranno rapidamente in atto
misure per proteggere la comunità ebraica”, ha dichiarato Beyneynu.
Il sito web ultraortodosso Behadrei
Haredim ha riferito che quando la moglie, recentemente deceduta, si ammalò di
cancro, diversi anni fa, disse agli amici alcune cose che per loro non avevano
senso e che innescarono l'indagine.
La moglie aveva dichiarato falsamente di
essere figlia di sopravvissuti all'Olocausto.
Gli investigatori hanno scoperto che i
genitori della famiglia negli Stati Uniti non erano ebrei e che postavano
materiale missionario sui social media, ha detto l'articolo. Il defunto padre
dell'uomo è stato sepolto in un cimitero non ebraico. Un necrologio lo
identificava come membro della Chiesa Mennonita dell’Amizia (Friendship
Mennonite Church).
Beyneynu ha detto che aveva “posto grande
cura nel verificare ogni prova prima di esporre questo caso al pubblico”, ma
non ha fornito dettagli delle prove.
“Finora abbiamo taciuto perché non
volevamo che il padre si trasferisse in un altro quartiere (per continuare il
suo lavoro) e volevamo lavorare per ottenere la revoca della sua cittadinanza”,
ha detto a Behadrei Haredim Yoni Kayman, un membro della comunità coinvolto
nell'inchiesta.
Yoni Kayman (immagine dallo schermo/Channel 13)
Kayman ha detto che il padre recentemente aveva
anche iniziato a sbarazzarsi delle prove, cancellando cose dai social media, e
smesso di mandare le figlie alla scuola religiosa locale, così hanno deciso di
informare la comunità delle sue attività.
Channel 13 news ha trasmesso filmati del
2011 del padre che parla alla televisione usamericana, riconoscendo Gesù come il Messia.
Parlando a Channel 13, l'uomo ha negato di
lavorare come missionario cristiano sotto copertura.
“È una bugia, io sono nato ebreo”, ha
detto. Tuttavia, ha riconosciuto di aver lavorato come missionario sette o otto
anni, ma ha detto di essersi “pentito”.
I membri della comunità hanno espresso
sconcerto, notando quanto la famiglia fosse coinvolta e come, dopo la morte
della moglie, la comunità abbia disposto un fondo per sostenerli.
“La famiglia sembrava del tutto
ultraortodossa, lui aveva una lunga barba e un cappello, i ragazzi i payot (riccioli
laterali), le ragazze andavano alle scuole Beis Yaakov”, ha detto Kayman a
Channel 13.
“Per cinque anni li abbiamo sostenuti,
pagando la loro spesa, gli scuolabus, qualsiasi cosa e loro ci hanno ingannati”,
ha detto.
Israele gode di un forte sostegno da parte
dei movimenti cristiani evangelici negli Stati Uniti, ma controlla il lavoro
missionario nella Terra Santa.
Mentre la legge israeliana vieta
espressamente solo la donazione di denaro o doni per incoraggiare le conversioni
a un'altra religione, le attività missionarie, in generale, sono attentamente monitorate
dalle autorità e sono offensive per molti israeliani.
La legge israeliana proibisce anche “l’attività
missionaria o di proselitismo diretta ai minori senza il permesso dei loro
genitori”.