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29/11/2021

MILENA RAMPOLDI
Feminism and Freedom in Simone de Beauvoir’s novel, ‘L’invitée’
An interview with Julia Profanter

Milena Rampoldi, ProMosaik, 29/11/2021

 The great feminist and philosopher of French existentialism Simone de Beauvoir remains to this day one of the symbolic women of contemporary feminism. In this essay in Italian, published by ProMosaik LAPH, focusing on Simone de Beauvoir's minor work, entitled L'Invitée, the author Julia Profanter focuses on the close link existing between literature and life and the strong autobiographical imprint of de Beauvoir's work. I talked to the author about her essay.

Simone de Beauvoir in Saint-Germain-des-Prés c. 1946. 'L'invitée' was published in 1943, the English translation in 1949

Why did you choose to write this essay precisely on this work by Simone de Beauvoir?

Before starting the creative and research process on my final paper, I only knew Simone de Beauvoir's most famous work, Le deuxième sexe. During my research I discovered the author's first (relatively unknown) book, L 'Invitée [eng. ‘She Came To Stay’], which fascinated me from the very beginning. The aspect which really struck me was the subject of feminism and the liberation of the female gender in general on the one hand, and the parallels between the novel and the impressive life of the author on the other hand. Once I opened L'Invitée I could no longer put it down and felt an irrepressible urge to sift through the author's life in connection with her first novel.

What can we learn today from Simone's feminism and what are its limitations?

Simone de Beauvoir's vision was a self-confident, autonomous, and strong woman, unimpressed by the domination of the male gender and freed from the role attributed to women for centuries, namely marriage, motherhood̀ and family. In my opinion this vision, especially the principle "I, as a woman *, can do and become whatever I want to" is an inspiration and a fundamental concept of feminism which should be especially taught and preached to young girls and women. De Beauvoir's appeal to women not to accept subordination to men is just as important and recent as it was 60 years ago.

However, there is a limitation in Simone's feminism. My critique of Simone de Beauvoir's feminism is that at times it seems that she doesn't leave any room for women who are "not as emancipated as she is". Even in L 'Invitée she only represents “strong and independent” women what in my opinion does not reflect the reality - neither of the 1940s nor of our times. My vision of feminism is a kind of feminism welcoming all women: women who consider themselves completely autonomous/emancipated, women who are still in their development phase and who are slowly approaching the issues of feminism, and women who have never had anything to do with it but would like to take an interest in it, etc. Consequently, what I personally support is a feminism addressed to all women and not just to those who have already become feminists.

MILENA RAMPOLDI
Femminismo e libertà nel romanzo di Simone de Beauvoir, L’invitée
Intervista con Julia Profanter

 Milena Rampoldi, ProMosaik, 29/11/2021

La grande femminista e filosofa dell’esistenzialismo francese Simone de Beauvoir rimane fino ad oggi una delle donne simbolo del femminismo contemporaneo. In questo saggio di Julia Profanter, pubblicato da ProMosaik LAPH, incentrato sull’opera minore di Simone de Beauvoir, intitolata L’invitée, viene sottolineato lo stretto legame tra letteratura e vita e la forte impronta autobiografica dell’opera. Ne ho parlato con l’autrice.

Simone de Beauvoir a Saint-Germain-des-Prés c. 1946. L’invitée fu pubblicato nel 1943 (ed.it. L’invitata, Mondadori 1993/2000)

Perché hai scelto di scrivere questo saggio proprio su quest'opera di Simone de Beauvoir?

Prima di iniziare il processo creativo e di ricerca sul mio elaborato finale conoscevo solo l’opera più famosa di Simone de Beauvoir, Le deuxième sexe. Durante la mia ricerca ho scoperto il primo libro (relativamente sconosciuto) dell’autrice, L’Invitée, che mi ha affascinato fin dall’inizio. Ciò che mi ha colpito è la tematica del femminismo e della liberazione del genere femminile in generale da un lato, dall’altro i paralleli tra il romanzo e la vita impressionante dell’autrice. Una volta aperto L’Invitée non riuscivo più a metterlo giù e sentivo un impulso insopprimibile di spulciare la vita dell’autrice in relazione al suo primo romanzo.

Che cosa possiamo imparare oggi dal femminismo di Simone e quali sono i suoi limiti?

La visione di Simone de Beauvoir era una donna sicura di sé, autonoma e forte, per niente impressionata dal dominio del genere maschile e liberata dal ruolo attribuito alle donne per secoli, cioè matrimonio, maternità̀ e famiglia. Secondo me questa visione, soprattutto il principio “io, come donna*, posso fare e diventare quello che voglio” è un’inspirazione e un concetto fondamentale del femminismo, in modo particolare per le ragazz* e donne* giovani alle quali dovrebbe essere insegnato e predicato. L’appello di de Beauvoir alle donne di non accettare la subordinazione all’uomo è altrettanto importante e recente come era 60 anni fa.

Un limite, ovvero una mia critica al femminismo di Simone de Beauvoir è che a volte sembra che lei non lasci spazio alle donne “non altrettanto emancipate” come lei stessa. Anche in L’Invitée rappresenta solamente donne “forti ed indipendenti”, che secondo me non rispecchia la realtà – né degli anni 40 né di oggigiorno. La mia visione è un femminismo che accoglie tutt*: persone che si considerano del tutto autonome/emancipate, persone che sono ancora in fase di sviluppo e che si avvicinano pian piano alle tematiche del femminismo, persone che non ne hanno mai avuto a che fare ma vorrebbero interessarsi in merito, ecc. – un femminismo per tutt*, non solo per coloro che femminist* lo sono già.