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17/01/2025

Invito ad un grande meeting di forze e personalità civili e politiche siriane
Sovranità, cittadinanza, transizione democratica (SAMA)
15-16 febbraio 2025


Originale arabo: الاجتماع الموسع للقوى والشخصيات المدنية والسياسية السورية  

La mattina dell’8 dicembre 2024, gli uomini liberi del Sud sono entrati nella capitale Damasco, seguiti dalle fazioni armate del Nord e di varie province, per porre fine a mezzo secolo di tirannia e sanguinosa oppressione.

Questo storico evento nazionale ha segnato l’inizio della fine dell’ingiustizia, del dispotismo e del potere di monopolio. Purtroppo, abbiamo anche assistito a pratiche e iniziative incompatibili con i principi fondamentali della rivoluzione del 18 marzo 2011: “Uno, uno, uno, il popolo siriano è uno”. Curdi e arabi uniti, cristiani e musulmani mano nella mano, sunniti e alawiti solidali - uno Stato di cittadinanza per tutti i siriani, dove le persone sono cittadini e non sudditi. Questi principi, per i quali il nostro popolo ha sacrificato quasi mezzo milione di martiri, rimangono la pietra angolare della nostra visione.


Ricordiamo al nostro popolo che la liberazione dalla tirannia non giustifica la presenza di combattenti non siriani sul suolo della nostra amata patria. Rifiutiamo categoricamente qualsiasi forza militare che monopolizzi il processo decisionale nazionale, indipendentemente dalle sue dimensioni o dal suo potere. Non accetteremo alcuna ideologia che sostituisca cinquant’anni di miseria ideologica baathista e non tollereremo alcuna autorità imposta con la forza delle armi.

I siriani hanno rovesciato il regime criminale di Assad, ma non è un segreto che ci siano mani ben note alla maggioranza dei siriani, mani capaci di riprodurre il regime tirannico con nuovi abiti, perpetuando le ferite di sanguinosi conflitti interni, crimini di guerra e liquidazioni.

Oggi, mentre le potenze regionali hanno concesso a Hay’at Tahrir al-Sham (HTS) l’autorità operativa a Damasco, assistiamo a palesi tentativi di manipolare coloro che sono entrati nel palazzo presidenziale. Ogni fazione cerca innanzitutto di garantire i propri interessi, assicurandosi che le nuove autorità siano favorevoli al progetto di costruzione di organismi in linea con la visione turca della regione. 

Questi attori stanno sfruttando il fatto che coloro che oggi controllano Damasco mancano di legittimità popolare, perché le loro mani sono macchiate di sangue siriano, hanno liquidato alleati e oppositori e sono suscettibili di influenze da parte di potenze straniere in nome di equazioni regionali, internazionali e locali che non facilitano il raggiungimento della stabilità nel Paese e nella regione.

Noi siriani ci troviamo ora sotto una nuova autorità debole, ostacolata dalla biografia dei suoi leader. Le milizie armate, compresi i combattenti stranieri, sono diventate la parte più potente dell’apparato di sicurezza e militare, cercando di imporre la loro visione, copiata dalla dittatura che abbiamo conosciuto per sessant’anni, su qualsiasi dibattito o dialogo nazionale interno. Allo stesso tempo, le forze esterne svolgono il ruolo di mentore e supervisore supremo dei passi compiuti dal “governo provvisorio”.

Lo Stato siriano non può essere ricostruito senza lo sforzo concertato di tutti i cittadini, basato sul senso di appartenenza alla patria. Nessun decisore a Damasco, né la sua opposizione, può permettersi di sorvolare sulle cause profonde della nostra attuale tragedia: dal 2011, i politici, i gruppi armati e il regime hanno tutti cercato una convalida esterna per ottenere “legittimità” e mantenere il potere.

La maggior parte delle parti in conflitto, in varia misura, ha contribuito a instillare paura e divisione tra i siriani, riducendoli a identità settarie, religiose, etniche o tribali, perpetuando così l’assenza di uno Stato basato sulla cittadinanza - una situazione iniziata con il regno di Assad senior. In altre parole, un ritorno alle strutture autoritarie ottomane.

Sia gli islamisti che i laici sono caduti nella trappola del populismo, guidati da emozioni momentanee, a caro prezzo. È giunto il momento di un dialogo razionale e saggio, lontano dalla retorica delle sconfitte e delle vittorie. 

In una situazione come quella che stiamo vivendo, chiediamo ai siriani di aderire ai principi fondamentali su cui la grande maggioranza dei siriani concorda:

1. Sovranità e uguaglianza dei cittadini.

2. Dignità e diritti umani per tutti, indipendentemente dalla nazionalità, dalla religione o dalla confessione.

3. Uguaglianza di genere: le donne sono uguali agli uomini.

4. Libertà di espressione e partecipazione politica.

5. Stato di diritto.

6. Sviluppo economico equilibrato.

Misure che riteniamo necessarie:

- Istituire un Consiglio militare nazionale: gli ufficiali liberi dovrebbero formare un consiglio per supervisionare la ricostruzione di un esercito nazionale siriano unificato.

- Convocare una conferenza nazionale generale che includa tutte le forze nazionali siriane, nessuna esclusa, sotto il patrocinio dell’ONU. Questa conferenza sarebbe allineata con la riunione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite del 18 dicembre 2024 per attuare la risoluzione 2254 del Consiglio di Sicurezza, che mira a creare un organo di governo di transizione, un comitato per la stesura della costituzione e un organo giudiziario indipendente per la giustizia di transizione.

- Formare un governo tecnocratico ad interim: il suo mandato terminerà con l’elezione di un governo secondo la nuova costituzione.

- Rilanciare e sviluppare la rete siriana per elezioni libere ed eque. 

- Creare la Commissione nazionale siriana per i diritti umani: una collaborazione tra organizzazioni per i diritti umani e avvocati per garantire e proteggere tutti i diritti umani in Siria, eliminando ogni discriminazione nei confronti delle donne. 

- Rispettare la Dichiarazione universale dei diritti umani: tutte le parti devono impegnarsi a rispettare i principi che la Siria ha ratificato nel 1968, distinguendo così tra chi sostiene la cittadinanza e la democrazia e chi cerca di riprodurre la dittatura.

- Penalizzare i discorsi d’odio e l’incitamento al settarismo: emanare leggi contro i discorsi d’odio basati sulla religione, la razza, l’etnia o la nazionalità e modificare il codice penale per aumentare le pene per la violenza settaria sistematica e l’omicidio.

Punti aggiuntivi:

- Occupazione straniera: il mondo, così come il popolo siriano, è ben consapevole della presenza di molteplici forze di occupazione nel nostro Paese, in particolare delle truppe usamericane, turche e israeliane attualmente stanziate sul suolo siriano. Abbiamo assistito alla palese aggressione israeliana contro il territorio siriano, prendendo di mira infrastrutture militari, centri di ricerca e fabbriche di difesa. Sembra esserci un tacito accordo o un coordinamento tra le autorità de facto, i loro sostenitori e l’esercito israeliano per disimpegnarsi alle condizioni israeliane e a quelle delle potenze che sostengono l’attuale regime. Eppure non abbiamo sentito alcuna condanna da parte del Consiglio di Sicurezza, delle parti occidentali, e nemmeno una richiesta chiara e inequivocabile di ritiro di tutte le forze straniere dal territorio siriano. Questa è una lezione per tutti i siriani, che devono lavorare per costruire un esercito nazionale, teso al ritiro di queste forze straniere e preservando l’unità del territorio siriano e di tutto il suo suolo nazionale.

- Sanzioni economiche: il popolo siriano soffre da due decenni di sanzioni unilaterali che colpiscono ogni aspetto della vita. Chiediamo la revoca immediata e incondizionata di queste sanzioni per alleviare le sofferenze del nostro popolo.

Tutte queste richieste richiedono un’azione urgente. Il ritardo, la procrastinazione o la negligenza sono inaccettabili. La storia ci insegna che l’assenza di scadenze chiare porta a conseguenze catastrofiche.

Un appello all’azione:

Dopo tre settimane di discussioni tra forze politiche e civili, abbiamo riconosciuto la necessità di organizzare il più grande incontro possibile per unire tutti coloro che si impegnano a costruire uno Stato sovrano, una cittadinanza inclusiva e una transizione democratica. Questo incontro centrale si svolgerà in una città siriana in grado di ospitarlo, con incontri paralleli in videoconferenza a Ginevra e nelle principali città siriane.

L’obiettivo di questo grande incontro nazionale è quello di elaborare una tabella di marcia unitaria, incoraggiare la collaborazione tra gli attori principali e immaginare una Siria che rispecchi il suo popolo. Tutti gli indizi che abbiamo raccolto oggi mostrano che le autorità de facto intendono istituire apparati militari e di sicurezza che ripetono le tragedie che il nostro popolo ha subito a Idlib per mano degli stessi decisori che ora controllano Damasco. Tra queste, la confisca del potere decisionale dei sindacati professionali e la perpetuazione di atti di rappresaglia e di vendetta contro ampie fasce della nostra popolazione.

Il Comitato preparatorio invita tutti i siriani a unirsi a questo sforzo, rifiutando l’esclusione e la divisione, al fine di prevenire una nuova dittatura ed evitare i pericoli della guerra civile e della divisione.

Viva la Siria libera e indipendente!

Il Comitato preparatorio del grande incontro delle forze e delle personalità civili e politiche siriane

Per iscriversi, compilare il modulo qui:   https://syrnc.org


Sunniti, alawiti, drusi, cristiani, arabi, curdi: un solo popolo

16/01/2025

Convocatoria a una gran reunión de fuerzas y personalidades civiles y políticas sirias
Soberanía, Ciudadanía, Transición Democrática (SAMA)
15-16 de febrero de 2025

Original árabe : الاجتماع الموسع للقوى والشخصيات المدنية والسياسية السورية  

Traducido por Ayman El Hakim, Tlaxcala

En la mañana del 8 de diciembre de 2024, los hombres libres del Sur entraron en la capital, Damasco, seguidos por facciones armadas del Norte y de varias provincias, para poner fin a medio siglo de tiranía y opresión sangrienta.

Este acontecimiento nacional histórico marcó el principio del fin de la injusticia, el despotismo y el poder único. Por desgracia, también hemos sido testigos de prácticas e iniciativas incompatibles con los principios fundamentales de la revolución del 18 de marzo de 2011: «Uno, uno, uno, el pueblo sirio es uno». Kurdos y árabes unidos, cristianos y musulmanes de la mano, suníes y alauitas solidarios: un Estado de ciudadanía para todos los sirios, donde las personas sean ciudadanos y no súbditos. Estos principios, por los que nuestro pueblo ha sacrificado a casi medio millón de mártires, así como años de exilio, de desplazamiento interno y de opresión e intimidación. 

Por esta razón, anunciamos ya durante los diez primeros días nuestros miedos como resultado de la asunción del poder del nuevo Comando de Operaciones Militares. Yreafirmamos que la liberación de la tiranía no justifica la presencia de combatientes no sirios en el suelo de nuestra amada patria. Rechazamos categóricamente cualquier fuerza militar que monopolice la toma de decisiones nacionales, sea cual sea su tamaño o poder. No aceptaremos ninguna ideología que sustituya a cincuenta años de miseria ideológica baasista y no toleraremos ninguna autoridad impuesta por la fuerza de las armas.

Los sirios derrocaron el régimen criminal de Assad, pero no es ningún secreto que hay manos bien conocidas por la mayoría de los sirios, manos capaces de reproducir el régimen tiránico con nuevos ropajes, perpetuando las heridas de sangrientos conflictos internos, crímenes de guerra y liquidaciones. 


Hoy, mientras las potencias regionales han concedido a Hay'at Tahrir al-Sham (HTS) autoridad operativa en Damasco, asistimos a flagrantes intentos de manipular a quienes han entrado en el palacio presidencial. Cada facción busca en primer lugar garantizar sus intereses, asegurándose de que las nuevas autoridades estén a favor del proyecto de construir organismos acordes con la visión turca de la región. 

Estos actores se aprovechan de que quienes hoy controlan Damasco carecen de legitimidad popular, porque tienen las manos manchadas de sangre siria, han liquidado a aliados y opositores y son susceptibles de recibir influencias de potencias extranjeras en nombre de ecuaciones regionales, internacionales y locales que no facilitan la consecución de la estabilidad en el país y en la región.

Los sirios y las sirias nos encontramos ahora bajo una nueva y débil autoridad, lastrada por el currículo de sus dirigentes. Las milicias armadas, incluidos los combatientes extranjeros, se han convertido en la parte más poderosa del aparato de seguridad y militar, tratando de imponer su visión, copiada de la dictadura que hemos conocido durante sesenta años, a cualquier debate o diálogo nacional interno. Al mismo tiempo, las fuerzas exteriores desempeñan el papel de mentor y supervisor supremo de los pasos dados por el «gobierno interino».

El Estado sirio no puede reconstruirse sin el esfuerzo concertado de todos sus ciudadanos, basado en un sentimiento de pertenencia a la patria. Ningún responsable en Damasco, ni su oposición, puede permitirse pasar por alto las causas profundas de nuestra tragedia actual: desde 2011, los políticos, los grupos armados y el régimen han buscado la validación externa para ganar «legitimidad» y conservar el poder.

La mayoría de las partes en conflicto, en mayor o menor medida, han contribuido a infundir miedo y división entre los sirios, reduciéndolos a identidades sectarias, religiosas, étnicas o tribales, perpetuando así la ausencia de un Estado basado en la ciudadanía, una situación que comenzó con el reinado de Assad padre. En otras palabras, una vuelta a las estructuras autoritarias otomanas.

Tanto islamistas como laicistas han caído en la trampa del populismo, movidos por emociones momentáneas, a un alto coste. Ha llegado el momento de un diálogo racional y sensato, alejado de la retórica de derrotas y victorias. 

En una situación como la que estamos viviendo, pedimos a los sirios que se adhieran a los principios básicos en los que está de acuerdo la gran mayoría de los sirios:

1. Construcción de un Estado soberano y con un concepto de ciudadanía igualitario.

2. Dignidad y derechos humanos 

3. Igualdad de género: las mujeres son iguales a los hombres.

4. Libertad de expresión y participación política.

5. El Estado de Derecho.

6. Desarrollo económico equilibrado.

Medidas que consideramos necesarias

  • Crear un Consejo Militar Nacional: los oficiales libres deben formar un consejo para supervisar la reconstrucción de un ejército nacional sirio unificado.
  • Convocar una conferencia nacional general que incluya a todas las fuerzas nacionales sirias, sin excluir a nadie, bajo el patrocinio de la ONU. Esta conferencia estaría en consonancia con la reunión del Consejo de Seguridad de la ONU del 18 de diciembre de 2024 para aplicar la Resolución 2254 del Consejo de Seguridad de la ONU, cuyo objetivo es crear un órgano de gobierno de transición, un comité de redacción de la constitución y un órgano judicial independiente para la justicia transicional.
  • Formar un gobierno tecnocrático interino: su mandato finalizará con la elección de un gobierno en virtud de la nueva constitución.
  • Relanzar y desarrollar la red siria para unas elecciones libres y justas. 
  • Crear la Comisión Nacional Siria de Derechos Humanos: una colaboración entre organizaciones de derechos humanos y de abogados para garantizar y proteger todos los derechos humanos en Siria, eliminando toda discriminación contra las mujeres. 
  • Respetar la Declaración Universal de Derechos Humanos: todas las partes deben comprometerse a respetar los principios que Siria ratificó en 1968, distinguiendo así entre quienes apoyan la ciudadanía y la democracia y quienes pretenden reproducir la dictadura totalitaria.
  • Penalizar el discurso del odio y la incitación al sectarismo: promulgar leyes contra el discurso del odio basado en la religión, la raza, la etnia o la nacionalidad y modificar el código penal para aumentar las penas por violencia sectaria sistemática y asesinato.

Puntos adicionales:

  • Ocupación extranjera: el mundo, así como el pueblo sirio, son muy conscientes de la presencia de múltiples fuerzas de ocupación en nuestro país, en particular las tropas usamericanas, turcas e israelíes estacionadas actualmente en suelo sirio. Hemos sido testigos de la flagrante agresión israelí contra el territorio sirio, dirigida contra infraestructuras militares, centros de investigación y fábricas de defensa. Parece existir un acuerdo tácito o una coordinación entre las autoridades de facto, sus partidarios y el ejército israelí para retirarse en los términos israelíes, así como en los de las potencias que apoyan al régimen actual. Sin embargo, no hemos oído ninguna condena del Consejo de Seguridad, de las partes occidentales, ni siquiera una exigencia clara e inequívoca de retirada de todas las fuerzas extranjeras del suelo sirio. Esta es una lección para todos los sirios, que deben trabajar para construir un ejército nacional, que tenga como objetivo la salida de estas fuerzas extranjeras y la preservación de la unidad del territorio, incluido todo el suelo nacional.
  • Sanciones económicas: el pueblo sirio lleva dos décadas sufriendo sanciones unilaterales que afectan a todos los aspectos de la vida. . Rechazamos que el pueblo sirio pague el precio de unas sanciones que fueron provocadas por las prácticas del antiguo régimen, y pedimos el levantamiento inmediato e incondicional de estas sanciones para aliviar el sufrimiento de nuestro pueblo.

Todas estas demandas requieren una acción urgente. El retraso, la dilación o la negligencia son inaceptables. La historia nos enseña que la ausencia de plazos claros conduce a consecuencias catastróficas.

Un llamamiento a la acción:

Tras tres semanas de debates entre las fuerzas políticas y civiles, hemos reconocido la necesidad de organizar la mayor reunión posible para unir a todos aquellos comprometidos con la construcción de un Estado soberano, una ciudadanía inclusiva para los sirios y las sirias y una transición democrática que rompa con la tiranía y la corrupción.  Este encuentro central tendrá lugar en una ciudad siria capaz de acogerlo, con reuniones paralelas por videoconferencia en Ginebra (un tercio de la sociedad siria se halla fuera del territorio sirio, y más de un tercio del país está fuera del control de la Comando de Operaciones) y en las principales ciudades sirias.

El objetivo de este gran encuentro nacional es elaborar una hoja de ruta unificada, fomentar la colaboración entre las fuerzas vivas de la sociedad siria y concebir una Siria que se parezca a los sirios y las sirias. Todos los indicios que estamos viendo hoy muestran que las autoridades de facto pretenden establecer aparatos militares y de seguridad que repitan las tragedias que nuestro pueblo sufrió en Idlib a manos de los mismos responsables que ahora controlan Damasco. Esto incluye la confiscación del poder de decisión de los sindicatos profesionales y la perpetuación de actos de represalia y venganza contra amplios sectores de nuestra población.

Os podeís comunicar con el Comité Preparatorio a través de la página web dedicada a la comunicación y la participación, o también coordinaros con el Comité desde vuestra localidad en Siria para organizar esta reunión que rechaza la exclusión o el alejamiento de cualquier sirio o siria que aspire a evitarle al país una nueva dictadura, los peligros de la guerra civil, la división y la partición. 

¡Viva una Siria libre e independiente!

El Comité Preparatorio de la gran reunión de fuerzas y personalidades civiles y políticas sirias

Para inscribirse, rellene el formulario aquí https://syrnc.org/ 


Suníes, alauíes, drusos, cristianos, árabes, kurdos: un solo pueblo