Phrase du jour Quote of the day

Je ne connais pas dans l'histoire de l'humanité, dans l'histoire du droit de la guerre, d'armées qui prennent autant de précautions et qui soient autant surveillées par des juges, bien assis dans leurs fauteuils, qui jugent quelques affaires par an, qui n'ont pas grand-chose à faire, je suis désolée de le dire - je vais peut-être être attaquée par ces juges - et qui doivent arrêter des priorités. Et la priorité, ce n'était vraiment pas d'attaquer M. Netanyahou. Est-ce que vous connaissez, j'aimerais bien le savoir, une armée qui, au monde, d'abord mobilise sa population, des jeunes de 19 ans, de 20 ans, qui sont tués pour défendre leur patrie, qui devraient être soutenus ? Deuxièmement, qui font des appels téléphoniques, qui lancent des tracts, qui demandent aux populations qui les préviennent à l'avance. Est-ce que vous croyez, puisque c'est une condition des crimes de guerre et des crimes contre l'humanité, est-ce que vous croyez vraiment que c'est de manière intentionnelle, c'est-à-dire est-ce qu'il y a vraiment l'intention d'affamer les Gazaouis, et de tuer des civils ? L'intentionnalité est partie intégrante des crimes qu'a jugés la Cour pénale internationale.

Noëlle Lenoir, avocate à la Cour, ancienne ministre française des Affaires européennes, sur Répliques, la causerie au coin du feu de l’académicien Alain Finkielkraut, 29/6/2024

26/06/2024

Le origini algerine di Jordan Bardella: indagine su un tabù

Farid Alilat, Jeune Afrique, 24/6/2024
Tradotto da Fausto Giudice, Tlaxcala

Il bisnonno di Jordan Bardella, presidente del Rassemblement National, era un lavoratore algerino immigrato. Si era stabilito nella regione di Lione, in Francia, all’inizio degli anni Trenta. Abbiamo indagato su questo antenato nel suo villaggio in Cabilia e a Parigi.

Jordan Bardella à Villepinte le 19 juin 2024. © Daniel Dorko / Hans Lucas / Hans Lucas via AFP

Jordan Bardella a Villepinte il 19 giugno 2024. Daniel Dorko / Hans Lucas via AFP

Jordan Bardella, presidente del Rassemblement National e possibile futuro primo ministro, non parla mai delle origini algerine del suo bisnonno. Nella famiglia Bardella l’argomento è taciuto. All’interno dell’ex Front National di Marine Le Pen, la questione è tabù. Eppure Mohand Séghir Mada, il bisnonno di Bardella, proveniva davvero dalla Cabilia, in Algeria.

Jeune Afrique è andata alla ricerca di questo antenato e della sua famiglia, nel suo villaggio natale di Guendouz, capoluogo del comune di Aït Rzine, nella wilaya (provincia) di Bejaïa*. Erano gli anni ‘20. L’Algeria era allora “francese” e, in questo piccolo villaggio aggrappato alle montagne che si affacciano sulla valle del Soummam, la popolazione sopravviveva coltivando magri campi di ulivi e allevando capre e pecore. Qui, come altrove in Cabilia, la povertà è ovunque. All’epoca, Albert Camus, scrittore e futuro premio Nobel per la letteratura, ne fu talmente colpito da dedicarvi una serie di reportage, apparsi nel 1939 sul quotidiano Alger Républicain con il titolo “Misère de Kabylie” (“Miseria in Cabilia”).

Qui non c’erano fabbriche, né fattorie coloniali, né fabbriche per dare lavoro ed evitare la fame. In effetti, furono proprio la miseria e la fame a spingere centinaia di migliaia di cabili a emigrare dall’inizio del XX secolo per lavorare nelle fabbriche e nelle miniere della Francia metropolitana. Nel villaggio di Guendouz, la famiglia Mada lotta per sopravvivere. L’indigenza è tale che Tahar Mada e i suoi due figli Bachir, il maggiore, e Mohand Séghir, il più giovane, sono costretti a vendere i loro oliveti o a ipotecarne alcuni.

 Guendouz, dans la wilaya (département) de Bejaïa, le village natal de Mohand Séghir Mada.

Guendouz, nella wilaya (provincia) di Bejaïa, il villaggio natale di Mohand Séghir Mada

Per sfamare la famiglia non restava che prendere la nave per la Francia. Nel 1930, Mohand Séghir Mada e suo fratello maggiore Bachir lasciarono il loro villaggio per la Francia metropolitana. Dopo essere arrivato a Marsiglia, il bisnonno di Jordan Bardella si spostò nella regione di Lione, dove all’epoca c’erano già diverse migliaia di immigrati algerini che lavoravano nelle fabbriche tessili. Secondo Moussa Mada, figlio di Bachir Mada, oggi novantenne, i due fratelli lavoravano in una fabbrica di tinture a Villeurbanne.

Bachir Mada è una formica che invia regolarmente denaro alla sua famiglia in patria. Suo fratello, Mohand Séghir, forte e robusto come un boscaiolo canadese, è una cicala che ama la vita francese. Si dice che sia un bevitore. Per un giovane che arriva dalla Cabilia, poverissima, le tentazioni della vita in una città moderna sono grandi. Mohand Séghir si gode la vita nella Lione degli anni Trenta, tanto da sparire nel nulla senza dare notizie al fratello maggiore o alla sua famiglia in Cabilia.

Il fratello maggiore torna in Algeria, Mohand resta in Francia.

Dopo anni di ricerche, il fratello Bachir lo rintraccia finalmente. Mohand Séghir sposò a Villeurbanne nel febbraio 1937 Denise Annette Jaeck, un’alsaziana nata nel 1905 nell’XI° arrondissement di Parigi. I loro figli erano Roland René, Jean, Simone Denise e Réjane. Réjane, il cui nome ha origini sia arabe che latine, sposò a Montreuil nel 1963 Guerrino Italo Bardella, nonno di Jordan Bardella.

Quando Bachir incontrò finalmente suo fratello Mohand Séghir, gli ricordò che era già fidanzato con Houria, una sua cugina, che lo aspettava a casa per vivere con lui. Tornare in Algeria? “È fuori discussione”, rispose Mohand Séghir al fratello maggiore. Tornerebbe nella miseria da cui è fuggito? Mai. Fidanzarsi con la cugina promessa? Firma una procura al fratello per annullare l’unione che non ha mai voluto. Bachir Mada torna definitivamente al suo villaggio alla fine degli anni Trenta. Suo fratello Mohand Séghir non vi ha più messo piede.

Dei due figli e delle due figlie di Mohand (tra cui la nonna di Jordan Bardella, Réjane), solo Roland René, prozio di Jordan Bardella, ha ripreso i contatti con la sua famiglia algerina a Guendouz. A partire dalla metà degli anni Novanta, Roland René vi ha soggiornato quattro o cinque volte. Sua figlia Véronique ha persino sposato Ahcène Mada, un lontano cugino che vive in Francia. . Secondo Moussa Mada, figlio di Bachir Mada e nipote di Mohand Séghir, Roland René ha affermato che il bisnonno di Jordan Bardella non ha mai richiesto la cittadinanza francese. Mohand Séghir Mada è morto nel 1974 ed è sepolto in un cimitero di Montreuil, Seine-Saint-Denis. La sua tomba viene regolarmente decorata con fiori dai suoi discendenti. Sua moglie, Denise Annette, il cui nome e la cui fotografia compaiono sulla stessa lapide del marito, è morta nel 1979 e si ritiene sia sepolta in un cimitero di Versailles.

 La tombe de Mohand et Denise Mada, arrière-grands-parents de Jordan Bardella, au cimetière de Montreuil.

La lapide di Mohand e Denise Mada, bisnonni di Jordan Bardella, nel cimitero di Montreuil

Secondo il quotidiano Le Monde, una volta Jordan Bardella ha confidato le sue origini durante una visita a Draguignan. “Sì”, disse all’epoca, “Bardella è di origine italiana. Ma i miei genitori provengono da una generazione che si è integrata, assimilata, ha lavorato duramente e ha amato la Francia. A casa, non mi lasciavano stare fuori tutta la notte”. Ma non una parola sulla sua discendenza algerina. Un argomento tabù?

Nota di Tlaxcala

    *All’epoca della sua nascita nell’Algeria francese, il douar Aït R'zine faceva parte del comune misto di Akbou, nel dipartimento di Costantina. La famiglia apparteneva alla tribù degli Aït R'zine, una delle 5 frazioni della grande tribù cabila degli Aït Abbas/Beni Abbès.

 

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