Tradotto da Fausto Giudice, Tlaxcala
Sergio Ferrari, ex prigioniero politico argentino, vive dal 1978 in Svizzera, dove lavora come giornalista per vari media europei e latinoamericani.
La memoria collettiva non conosce confini e non accetta amnesie imposte. Il Grand Hotel Coronda si rivolge al Vecchio Mondo e cerca nuovi porti per condividere fari di speranza.
Vista attuale del reparto numero 5 del carcere di Coronda. Foto Sergio Ferrari
Da Coronda a Roma, passando per la Svizzera italiana
Dal 15 settembre, si presenta in Europa Grand Hotel Coronda. Racconti di prigionieri politici sotto la dittatura argentina 1974-1979, a quasi vent'anni dalla pubblicazione in Argentina della versione originale spagnola, Del otro lado de la mirilla.
El Periscopio – Olvidos y Memorias de ex Presos Políticos de Coronda 1974 – 1979
Dalla sua pubblicazione nel 2003, Del otro lado de la mirilla ha avuto ripercussioni significative, sia a livello nazionale che all'estero. Si tratta di una testimonianza collettiva e anonima di ex prigionieri politici detenuti a Coronda, Santa Fe, una delle carceri di massima sicurezza in Argentina durante l'ultima dittatura civile-militare (1976-1983). Si tratta di uno dei primi libri del genere pubblicati in America Latina, frutto del lavoro di un nutrito gruppo di autori riuniti nella Asociación El Periscopio.
Fonte di ispirazione per la creazione teatrale Coronda en Acción, presentata nel 2006 (https://www.youtube.com/watch?v=mkK12e2yaFw), durante la recente pandemia, questo lavoro collettivo ha alimentato concettualmente anche il progetto Corondaes, un'esperienza performativa audiovisiva. Ha inoltre ispirato la realizzazione del cortometraggio Retorno a Coronda (2020), proiettato come introduzione alle presentazioni del libro in Europa.
Nel 2020, l'editore svizzero de l'Aire ha pubblicato la traduzione francese con il titolo Ni fous, ni morts (“Né pazzi né morti”). E dalla seconda settimana di settembre sarà presentato in italiano con il titolo Grand Hotel Coronda, frutto del lavoro di un grande collettivo di solidarietà e della prestigiosa casa editrice romana Albatros Il Filo, che ha una vasta rete di distribuzione attraverso librerie e media digitali.
Molto più che un libro “storico”
“Più che un progetto editoriale, concepiamo Grand Hotel Coronda come una proposta educativa e di sensibilizzazione per rafforzare la solidarietà tra i popoli”, spiega il ricercatore scientifico italiano Enrico Vagnoni, membro del Gruppo di gestione del progetto, composto da una ventina di membri che ne hanno reso possibile la pubblicazione.
Per Vagnoni, che tra il 2001 e il 2006 è stato operatore di sviluppo per una ONG italiana nel nord di Santa Fe e in altre zone dell'Argentina, l'obiettivo principale di Grand Hotel Coronda è raggiungere un pubblico giovane. E per portare loro “un messaggio di speranza e di solidarietà, che rafforzi in Italia, in Svizzera, o ovunque lo leggiate, le sfide globali che le nuove generazioni devono affrontare. Tra le altre, nella lotta per la difesa del clima, per l'uguaglianza di genere, contro la spietata esclusione dei rifugiati, per la ricostruzione collettiva della memoria”.
Secondo Vagnoni, che vive a Sassari, in Sardegna, il contenuto di quest'opera di 410 pagine, organizzata in 39 capitoli, apporta e attualizza valori come la resistenza alle strategie del terrore, la solidarietà e l'impegno collettivo. Si tratta di riferimenti etici universali che trascendono lo specifico contesto geografico e storico del Grand Hotel Coronda. E per questo, spiega Vagnoni, molte delle presentazioni in Europa “faranno parte di un progetto educativo che prevede incontri nelle scuole, nei licei e nelle università, oltre a spettacoli teatrali e musicali e altre iniziative educative e culturali ispirate ai contenuti dell'opera”.
La prima di queste attività, il calcio d'inizio di una vera e propria maratona politico-letteraria, si svolgerà il 15 settembre in un collegio della città svizzera di Bellinzona, con la partecipazione di un centinaio di giovani che stanno per terminare la loro formazione pre-universitaria.
Nella Svizzera italiana, con la presenza di tre ex prigionieri politici di Coronda, sono previste presentazioni pubbliche anche a Biasca, Lugano e Mendrisio. A partire da lunedì 19 settembre, il Grand Hotel Coronda visiterà centri comunitari, culturali e sindacali a Parma, Bologna, Pavia, Livorno e Roma, dove Casa Argentina ospiterà il lancio pubblico il 4 ottobre. Nello stesso mese, una mezza dozzina di altre attività si svolgeranno in Sardegna e nella regione Toscana (Rignano sull'Arno e Firenze).
Impegno appassionato per la memoria
Grand Hotel Coronda, come Del Otro Lado de la mirilla e Ni fous, ni morts prima di esso, esprime “la nostra convinzione che la memoria sia la componente centrale dell'identità di un popolo. E che, di conseguenza, non è possibile costruire una società veramente democratica sulla base dell'oblio, del negazionismo e dell'impunità”, afferma Augusto Saro, presidente dell'Asociación Civil El Periscopio de los ex presos políticos de Coronda, che con altri coautori lo presenterà in Svizzera e in Italia.
Le mura dell'infamia della Coronda, una prigione che ospitò 1153 prigionieri politici tra il 1974 e il 1979.
Questa convinzione di lavorare attivamente per la memoria, spiega Saro, “la condividiamo con molti altri attori sociali, sindacali e politici della società argentina, come, ad esempio, le Madri e le Nonne di Plaza de Mayo e le organizzazioni per i diritti umani”. Con specifico riferimento all'esperienza carceraria, le attività dell'Asociación El Periscopio convergono con diversi gruppi, tra cui gli ex prigionieri politici del carcere di Villa Devoto, con i loro libri Nosotras e Nosotras en Libertad, e il gruppo di ex prigionieri politici di Mendoza, che ha pubblicato No Nos Pudieron.
Quando parliamo di ricostruzione della memoria, insiste Saro, “non ci riferiamo a un concetto retorico o letterario. Significa intendere la dittatura civile-militare come lo strumento di un vero e proprio piano strategico di proiezione regionale che mirava a eliminare ogni opposizione e a riformare la società in tutti i suoi aspetti. In Argentina, questo piano ha portato a un vero e proprio genocidio, con centinaia di morti, trentamila scomparsi, più di diecimila prigionieri politici e migliaia di esuli interni ed esterni”.
La ricostruzione della memoria deve servire a trovare la verità e a punire i responsabili. L'esperienza di El Periscopio rimane ricca. Nata come associazione per pubblicare Del otro lado de la mirilla, è diventata un attore legale portando a processo i due comandanti della Gendarmeria nazionale che gestivano Coronda e che, infine, nel 2018, sono stati condannati a 22 e 17 anni di carcere. I giudici capirono che il regime brutale che veniva applicato in quella prigione costituiva un crimine contro l'umanità. “Questa sentenza aveva un valore politico e riparatorio molto importante”, dice Saro.
Concordando con la riflessione di Vagnoni, Saro commenta che la ragion d'essere della versione italiana, come quella dell'edizione francese, è quella di “condividere questa storia e socializzare, soprattutto con i giovani europei, la nostra visione e i valori che ci hanno unito”. Ci sono ponti solidi che avvicinano realtà e generazioni attraverso grandi distanze intercontinentali. Come sottolineato nell'introduzione di Grand Hotel Coronda, gli autori si chiedono quale sia la differenza tra essere uccisi in un campo di concentramento in Europa o in uno in America Latina; tra morire di fronte a una dittatura latinoamericana o come rifugiati nelle acque del Mediterraneo nel tentativo di sfuggire a carestie, guerre o crisi climatiche.
Alla fine di ottobre 2019, un gruppo di ex prigionieri politici di Coronda ha visitato il carcere dove erano stati detenuti durante la dittatura. Foto El Periscopio
“Siamo convinti che ricostruire la storia
delle lotte per l'emancipazione dei popoli sia un contributo alla memoria
universale e un solido antidoto al ripetersi delle brutalità del potere”,
conclude.
Voci internazionali sulla resistenza “corondea”
“Questo libro rappresenta un atto di grande generosità”, scrive nella prefazione all'edizione italiana Luigi Ciotti, presidente dell'associazione Libera e instancabile combattente contro la mafia e per i diritti dei gruppi più emarginati, nonché una delle tante personalità italiane che, in un modo o nell'altro, sono coinvolte in questo progetto editoriale. Ciotti sottolinea che Grand Hotel Coronda “rappresenta la generosità della memoria... che è una scelta, un percorso, un impegno”.
La lettura delle testimonianze di Grand Hotel Coronda permette a Ciotti di constatare che l'esperienza di Coronda è stata particolarmente dura, non solo per l'ingiustizia della detenzione o per le torture fisiche e psicologiche, ma anche per la sensazione che questa situazione creava, una sorta di “sospensione della vita stessa”. La riflessione del religioso italiano si conclude con un ringraziamento: "Per il regalo che ci fanno, per l'impulso che ci danno a non cedere, a non delegare, a non fermarci nel nostro impegno per cambiare le cose... in difesa dei diritti, della libertà e della dignità di ciascuno”.
Padiglione della prigione di Coronda, che ospitava i prigionieri politici durante la dittatura. Foto José Cettour
Da parte sua, il teologo brasiliano Leonardo Boff, uno dei padri fondatori della teologia della liberazione latinoamericana, ha definito quest'opera “un libro indispensabile” e sottolinea, in un testo sulla quarta di copertina dell'edizione italiana, che la lotta degli ex prigionieri di Coronda per ottenere giustizia è culminata nel “processo e nella condanna dei criminali, impedendo così il trionfo dell'oblio”.
Commentando la prima edizione spagnola all'inizio degli anni 2000, il compianto scrittore uruguaiano Eduardo Galeano ha descritto questa “testimonianza dei prigionieri di Coronda come un contributo al salvataggio della memoria collettiva, che respira nascosta sotto l'amnesia imposta”. La sua riflessione appare anche sul retro della copertina.
L'autore collettivo di Grand Hotel Coronda lo ha dedicato - come in ogni edizione e in ogni lingua - ai quattro compagni morti in quella prigione durante la loro detenzione. Nella pagina che precede il prologo non manca, come eredità di lotta e di utopia, la forza del pensiero del poeta-guerrigliero argentino Francisco Paco Urondo, caduto in combattimento contro la dittatura nel 1976: “L'amore brucerà, la memoria brucerà, finché tutto sarà come lo abbiamo sognato”.
La memoria collettiva non conosce confini e non accetta amnesie imposte. Grand Hotel Coronda si rivolge al Vecchio Mondo e cerca nuovi porti per condividere fari di speranza.
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